Dopo la partenza imperiosa e il lancio in grande stile della tecnologia che prometteva di integrare realtà e virtualità, una domanda sorge spontanea: dov'è finito il metaverso?
Fino a un anno fa sembrava fosse ovunque e che, come le piattaforme lanciate in precedenza da Meta, sarebbe stato l’ennesimo tornado inarrestabile destinato a cambiare le regole del digital. In quell’occasione, Mark Zuckerberg cambiò il nome di Facebook in Meta, proprio per sottolineare la sua fede in questo nuovo universo "perfetto".
Dopo il lancio, anche i brand hanno scommesso da subito sulla nuova piattaforma.
Un esempio lampante è arrivato da Heineken che subito aveva aperto il primo bar virtuale, dove gli utenti possono socializzare e gustare birra nell'ambiente digitale, esplorando le potenzialità del metaverso per raggiungere nuovi mercati e coinvolgere i consumatori in modi innovativi.
Ma ora, a distanza di anni, sembra che l'entusiasmo si sia un po' raffreddato, anche se la questione non è certamente chiusa e il metaverso è ancora in corsa.
Perché se l’intelligenza artificiale è diventata il trend topic, molte delle sue applicazioni trovano terreno fertile proprio in quei mondi virtuali.
Un esempio? La società Meta Human creator già adesso promette di creare persone digitali in maniera semplice e realistica.
E inoltre, con l’AI è possibile creare all’interno del metaverso ambienti completi dove operare.
Già oggi alcune tecnologie di AI sono infatti impiegate in ambito gaming e, su questo fronte, aziende come Minecraft e Fornite si appoggiano a soluzioni di AI per poter creare mondi paralleli, a fine educativo e di intrattenimento.
Nel frattempo, Meta continua a fare la sua strada, come dimostra l’ultima collaborazione con Luxottica per gli occhiali smart Ray-Ban.
E non solo loro.
Anche l'Europa si è mossa, con una strategia su "Web 4.0 e mondi virtuali" che ci porterà presto o tardi a fare i conti con i metaversi.
Forse non sarà esattamente come Zuckerberg l'aveva immaginato, ma sarà comunque una realtà.
Quindi, teniamoci pronti. Non possiamo ignorare ciò che sta succedendo, anche se non ne sentiamo più parlare spesso. Il futuro è già qui, e sta accadendo adesso.